giovedì 29 novembre 2012

MILLE EURO PER INVIARE SMS AI KILLER DI MARIANELLA

Pasquale "Lino" Romano
Dal suo nascondiglio Anna, la donna che la sera del 15 ottobre doveva comunicare  quando sarebbe sceso  in strada Domenico Gargiulo per farlo ammazzare, continua a rivelare altri particolari relativi alle circostanze che poi hanno portato ad uccidere Lino Romano, la persona sbagliata. Lei, Anna, zia della fidanzata di Gargiulo, aveva accettato di mandare  un sms per avvisare i kiler, in cambio di mille euro. Ha raccontato che aveva bisogno di quei soldi per curare la figlia gravemente malata, ma a causa del tragico scambio di persona  non li ha mai ricevuti. La donna sta ora collaborando con la giustizia assieme ai figli Carmine e Gaetano, che hanno avuto un ruolo nella preparazione dell'agguato, e non è escluso che le sue rivelazioni consentano di risolvere anche altri casi di omicidio. In particolare, già in altre circostanze Anna si sarebbe prestata a segnalare ai killer degli «scissionisti» l'arrivo delle vittime predestinate in cambio di modeste somme di denaro. Grazie alla sua collaborazione, gli investigatori hanno anche ritrovato e sequestrato la vettura usata il 15 ottobre per raggiungere corso Marianella, dove Pasquale Romano fu ucciso al posto di Domenico Gargiulo: si tratta di una Ford Focus.

PALESTRA DI SCAMPIA INTITOLATA A GENNARO MUSELLA, VITTIMA DI 'NDRANGHETA

(ANSA) - Sabato primo dicembre la battaglia alla criminalità organizzata vivrà a Scampia un momento particolarmente significativo. Si adotterà, infatti, la gerbera gialla, fiore simbolo della lotta alle mafie. Il primo dicembre la palestra  Maddaloni, che è da anni impegnata sul fronte anticamorra, facendo dello sport un valido strumento nel recupero dei giovani sottraendoli ai vivai dei clan, sarà cointitolata all'ing. Gennaro Musella,salernitano, ucciso il 3 maggio di 20 anni fa dalla 'ndrangheta a Reggio Calabria. La targa commemorativa affiancherà quella di Don Peppe Diana. I nomi delle due vittime della criminalità organizzata contraddistingueranno l'attività della palestra, nel segno della gerbara gialla. Lo sport, infatti, è maestro di regole condivise, quelle stesse regole disattese da chi delinque. Alla cerimonia prevista per le 10, in Viale della Resistenza, parteciperanno gli studenti di tutte le scuole di Scampia, alla presenza del Sindaco di Napoli Luigi De Magistris, del Prefetto di Napoli Francesco Musolino, del Presidente della Commissione Regionale Anticamorra On.Gianfranco Valiante,Il Comandante provinciale dei Carabinieri Marco Minicucci, il Maestro Gianni Maddaloni , l'ex Procuratore della Repubblica di Napoli Giandomenico Lepore, Adriana Musella Presidente del Coordinamento Nazionale Antimafia 'Riferimenti' e figlia della vittima di mafia cui verrà cointitolata la palestra. Alla cerimonia seguirà un incontro tra istituzioni e studenti nel vicino auditorium.

PREMIO DON DIANA A FEDERICO CAFIERO DE RAHO, AUGUSTO DI MEO, ALEX ZANOTELLI, E SILVESTRO MONTANARO

E’ stato assegnato a Federico Cafiero De Raho,  procuratore aggiunto della DDA di Napoli, il premio nazionale “don Peppe Diana,  Per amore del mio popolo”, promosso da Libera Caserta e dal “Comitato don Peppe Diana”. Al procuratore è stato riconosciuto il merito di aver contribuito alla promozione delle “Terre di don Peppe Diana”,  attraverso inchieste importanti che hanno ridotto ai minimi termini il cartello criminale del “clan dei casalesi”. Con Cafiero De Raho saranno premiati anche  Augusto Di Meo, testimone di giustizia e amico fraterno di don Peppe Diana. Fu grazie alla sua coraggiosa  testimonianza, resa subito dopo l’omicidio del sacerdote, che venne individuato l’assassino del parroco in Giuseppe Quadrano, affiliato al clan De Falco-Caterino. Il riconoscimento è stato anche assegnato al padre comboniano Alex Zanotelli, sempre in prima fila per difendere i diritti civili dei più deboli e dei diseredati. Una menzione speciale ci sarà anche per il giornalista casertano Silvestro Montanaro, storica voce dell’informazione libera. Il premio, giunto alla sua seconda edizione, l’anno scorso è stato assegnato a Roberto Saviano, al vescovo emerito di Caserta, Raffaele Nogaro e  al medico Gianni Grasso. La cerimonia di consegna del premio avverrà domani,  venerdì 30 novembre alle ore 19, presso la Fattoria Sociale “Fuori di Zucca, nel vecchio Opg “Santa Maria Maddalena di Aversa”, nell’ambito del “Meeting della Solidarietà” promosso da Asso.Vo.Ce. A consegnare il riconoscimento, (una Vela, versione in miniatura del monumento presente nel Parco cittadino di Casal di Principe)  saranno i familiari del sacerdote ucciso  dalla camorra il 19 marzo del 1994.

mercoledì 28 novembre 2012

DUE STRADE PER RICORDARE "IL SINDACO PESCATORE" ANGELO VASSALLO

Costruire due strade in Cilento, per ricordare Angelo Vassallo, il «sindaco-pescatore»: l'iniziativa è della Fondazione Vassallo, presieduta dal fratello del sindaco di Pollica assassinato la sera del 5 settembre 2011 nel piccolo Comune cilentano, e verrà presentata a Roma sabato prossimo a Palazzo Valentini, sede della Provincia. La Strada del Parco e la Strada Celso di Pollica-Casalvelino Marina metterebbero in comunicazione l'interno del Parco nazionale del Cilento, Vallo di Diano e degli Alburni con il mare di Angelo Vassallo, permettendo a ognuno di noi - sottolinea il fratello Dario - di «ammirare quella linea che unisce il mare al cielo». «Angelo ci ha insegnato - aggiunge Dario Vassallo - che al di là del mare ci sono i sogni. Il nostro sogno e, spero, da oggi anche il vostro, è la realizzazione di queste due strade. Le adesioni raccolte saranno presentate direttamente al Consiglio dei Ministri del nuovo Governo. È l'ultima occasione che la politica ha di lanciare un segnale a tutto il Paese nel nome di Angelo. Egli è morto da sindaco, uccidendolo hanno ucciso una parte dello Stato, ma lo Stato, i sindaci, gli amministratori, la società civile, noi tutti insieme realizzeremo i sogni di un uomo giusto». (ANSA).

ARRESTATO UNO DEI KILLER DI LINO ROMANO



Lo hanno preso grazie al pentimento di una donna. Giovanni Marino, 22 anni, uno dei presunti killer di Pasquale “Lino” Romano, è stato arrestato nel pomeriggio di mercoledì a San Giovanni A Teduccio,  dai carabinieri che erano sulle sue tracce da alcuni giorni. Marino sarebbe l’autista del commando appartenente al cartello criminale degli “Abete - Abbinante – Notturno” che la sera del 15 ottobre scorso uccise a Napoli nel quartiere Marianella, sotto casa della fidanzata, Lino Romano, scambiandolo per Domenico Gargiulo, il vero obiettivo dei killer, vicino al gruppo dei cosiddetti “Girati”. Quattordici colpi di pistola sparati a bruciapelo contro il povero Lino che aveva la sola colpa di uscire dallo stesso palazzo di un’altra vittima designata nella guerra per il controllo delle piazze di spaccio dell’eroina. Stava per andare a giocare una partita di calcetto con gli amici.  Il tentativo di uccidere Domenico Gargiulo, doveva essere la risposta ad un altro agguato, quello in cui, il 17 settembre, in via Giovanni Antonio Campano perse la vita Roberto Ursillo. In particolare, dalle indagini è emerso che sia gli «scissionisti» sia i «girati» avevano deciso di non uccidere gli affiliati minori, come appunto è Gargiulo, ma solo capi o gregari. Poichè, però, questo tacito accordo era stato infranto dai «girati», che avevano preso di mira Ursillo, spacciatore che non occupava un ruolo di vertice, per ritorsione avevano deciso di tendere un agguato a un altro affiliato minore. Sarebbe stato proprio Giovanni Marino a indicare, erroneamente, in Pasquale Romano l'obiettivo dell'agguato.  L’arresto è avvenuto grazie al pentimento di una donna, la zia della fidanzata di Domenico Gargiulo,  che venerdì scorso si è presentata in commissariato a Scampia con i suoi due figli, che hanno avuto un ruolo nella pianificazione del delitto e che ora vivono con lei in una località protetta. Il racconto fatto dalla donna ai pm Sergio Amato ed Enrica Parascandolo che seguono il caso, è scioccante. Doveva essere lei stessa ad inviare un sms ai killer per far uccidere il fidanzato della nipote che quella sera era a cena  nello stesso palazzo della vittima e dove si trovava anche la donna. Ma i killer non attesero il suo messaggio  e spararono prima  a Pasquale Romano, scambiandolo per la vittima designata.. Nella zona di Scampia la decisione della donna di collaborare si è diffusa rapidamente e Giovanni Marino si è nascosto altrove per sfuggire alla cattura, ma è stato tutto inutile, perché i carabinieri lo hanno  arrestato ugualmente.

 

La notizia dell’arresto di Giovanni Marino è giunta anche a casa dei familiari di Lino Romano a Cardito. Il papà, Giuseppe,  e la mamma Rita, hanno appreso la notizia dalla TV, ma non sono riusciti a piangere. Le lacrime  le hanno già versate tutte quante. «È come se i miei pensieri si fossero fermati», dice. Ha provato «rabbia, dolore». «No, sollievo non l'ho provato perchè mio figlio nessuno me lo restituirà più». Poi aggiunge: «Sono belve gli assassini di mio figlio. Anzi, belve è anche troppo poco per definirli. Sono cattolico praticante ma no, non li perdonerò mai. Stiamo male, non ci sono parole - afferma - cosa posso dire io che ho perso un figlio così, senza motivo». Ripete che «Pasquale non meritava di morire così, nessuno, nessuno merita di morire così». Ci sono, poi, i dettagli, che rendono se è possibile finanche più assurda e dura tutta questa storia. Un sms non atteso dai killer: quello che doveva avvisarli di quando sarebbe uscito dal palazzo il vero obiettivo dell'agguato. «Non si guarda in faccia a nessuno, si spara al primo che capita, ma capite come si muore? - aggiunge - ecco perché non riesco a trovare il termine più appropriato per definire queste belve. Mi creda sono giorni che sto cercando di trovare il termine giusto ma non lo trovo». Pochi giorni fa, a Napoli, i genitori di Pasquale furono abbracciati dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che promise: «Vi starò vicino». Prima ancora, nel giorno dei funerali di Lino, il ministro dell'Interno, Annamaria Cancellieri, si recò nella loro abitazione assicurando loro che gli assassini sarebbero stati presi. Genitori spezzati, Giuseppe e Rita che hanno sempre chiesto giustizia. «Ci sono stati sempre tutti vicino, grazie a tutti - dice papà Giuseppe - Io ho sempre creduto e sempre crederò nella giustizia. Sono sicuro che tutti coloro che sono coinvolti nella morte di mio figlio saranno arrestati. Ne sono sicuro, lo sono sempre stato. Quella sera hanno ucciso Pasquale ma hanno anche ucciso tutti noi. Pasquale non ritornerà più da noi. Solo la giustizia, ora, potrà provare a farci respirare. Almeno per qualche attimo in una vita, la nostra, che non c'è più».

 

I commenti. Soddisfatti per l’arresto di Giovanni Marino la Fondazione Polis della Regione Campania per le vittime innocenti della criminalità e i beni confiscati e il Coordinamento campano dei familiari delle vittime innocenti della criminalità:  «Siamo enormemente grati alla Magistratura e alle forze dell'ordine». «Questa operazione - aggiungono - è l'ennesima dimostrazione dell'eccellente lavoro svolto da Magistratura e forze dell'ordine nel contrasto ai clan. Non servirà a restituire ai suoi cari, ai quali vogliamo stringerci forte, il povero Lino, ma per noi familiari di vittime innocenti della criminalità è importantissimo che i killer di camorra vengano assicurati alla giustizia».

 

Il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris è intervenuto per commentare l’arresto del presunto killer di Lino Romano. «Non posso che esprimere tutta la soddisfazione, personale e della città, per l'arresto di uno dei sicari che hanno ucciso Lino Romano». Ha detto il sindaco di Napoli «Un grazie - aggiunge - alle forze dell'ordine e alla magistratura che sono impegnate nel contrasto al crimine organizzato». «L'arresto odierno non servirà a restituire Lino ai suoi familiari, ma rappresenta un importante atto di giustizia e un segnale di speranza per la città e per il Paese che, senza tentennamento, devono portare avanti una mobilitazione civile contro ogni mafia», ha concluso.

Stefano Caldoro, presidente della Giunta Regionale della Campania. «Una notizia che dà fiducia». Così ha commentato Stefano Caldoro, la notizia dell’arresto di Giovanni Marino a margine del World Forum for Child Welfare. «Le forze dell'ordine avevano già dato segnali di forza dicendo di voler raggiungere gli obiettivi in tempi rapidi - ha affermato -. Ringrazio gli inquirenti che sono stati rapidi e immediati dando una risposta che significa che lo Stato c'è e che è un successo della giustizia». «Tutti devono partecipare - ha aggiunto - La partecipazione è un atto di giustizia. Il contrasto all'illegalità, all'ingiustizia, alla violenza deve essere visto come una battaglia da fare insieme - ha concluso - Risultati così positivi ci rendono tutti fiduciosi».

Soddisfazione per l’arresto è stata espressa anche da Enzo Amendola, segretario regionale del Pd Campania, e Gino Cimmino, segretario provinciale del Pd Napoli, «L'arresto di uno dei presunti killer di Pasquale Romano è una buona notizia». Hanno dichiarato. E subito dopo:  «Il brutale assassinio di un innocente non solo ha sconvolto tutti i cittadini, ma ha scatenato una reazione civile della popolazione contro queste barbarie, la camorra e il suo regno del terrore. Per questo non possiamo che fare i complimenti alle forze dell'ordine e alla magistratura che in breve tempo sono riusciti ad assicurare alla giustizia uno dei killer, e siamo sicuri che tutti i criminali di quell'efferato omicidio saranno catturati».

 


CHIESTO ERGASTOLO PER IL MANDANTE DELL'OMICIDIO DI TERESA BUONOCORE

 La condanna all'ergastolo è stata chiesta oggi dai pm per Enrico Perillo, accusato di essere il mandante dell'omicidio di Teresa Buonocore. La donna, assassinata nel settembre di due anni fa a Napoli aveva testimoniato contro di lui nel processo per abusi sessuali su una delle proprie figlie, conclusosi sia in primo che in secondo grado con una condanna a 15 anni, e si era costituita parte civile. Il processo per omicidio si sta svolgendo davanti alla III corte d'assise, presieduta da Carlo Spagna. I pm Danilo De Simone e Graziella Arlomede hanno insistito in modo particolare sui motivi abietti per i quali a loro giudizio Perillo ordinò l'omicidio della donna, cioè l'odio profondo che l'uomo, ex amico di famiglia, nutriva nei suoi confronti. Oltre all'ergastolo per l'omicidio (i cui esecutori materiali, Alberto Amendola e Giuseppe Avolio, sono già stati condannati al termine del processo con rito abbreviato) i pm hanno chiesto la condanna a cinque anni per gli incendi che Perillo è accusato di avere commissionato. In precedenza Amendola e Avolio, citati come testi su richiesta della difesa, si erano avvalsi della facoltà di non rispondere; la corte aveva poi respinto la richiesta dell'accusa di ascoltare un nuovo teste, un ex compagno di cella di Perillo che ha scritto una lettera ai pm. Il processo riprenderà martedì prossimo con la discussione delle parti civili e di uno dei due avvocati della difesa; giovedì discuterà il secondo difensore dell'imputato, quindi i giudici si ritireranno in camera di consiglio.(ANSA).

lunedì 5 novembre 2012

ARRESTATO DOPO TRE ANNI L'ASSASSINO DI NICOLA NAPPO, VITTIMA INNOCENTE


 Dopo tre ani arrestato l’omicida di Nicola Nappo, un altro innocente ucciso senza un perché. L'obiettivo doveva essere un affiliato al clan camorristico dei “Giuliano-Fabbrocino”. Ed invece, nell'agguato di camorra, il 9 luglio del 2009, fu ucciso, Nicola Nappo. Aveva solo  23 anni. Per quell'omicidio i carabinieri di Torre Annunziata, la scorsa notte, hanno arrestato Antonio Cesarano, 32 anni, già noto alle forze dell'ordine ed elemento di spicco del clan camorristico dei «Sorrentino», attivo nell'area di Scafati (Salerno). Oltre alle indagini, centrale è stato il ruolo di un collaboratore di giustizia. Cesarano è ritenuto responsabile di omicidio e di detenzione e porto illegale di armi. Nel corso d'indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia partenopea, i carabinieri hanno accertato che il 32enne pianificò e organizzò un agguato per uccidere un affiliato al gruppo camorristico dei «Giugliano-Fabbrocino», attivo nelle aree di Poggiomarino e Ottaviano, che doveva essere «severamente punito» perché aveva picchiato il figlio del capo clan dei “Sorrentino”. Invece nel mirino del killer, il 9 luglio 2009, a Poggiomarino, finì Nicola Nappo. Nell'agguato di Poggiomarino rimase ferita ad una gamba anche una ragazza di 18 anni che era legata sentimentalmente a quello che era il vero obiettivo dell'omicidio e che aveva una forte somiglianza fisica con la vittima.


«Questa vicenda dimostra che la procura e la polizia giudiziaria non dimenticano l'omicidio delle persone innocenti, ma continuano a indagare fino a quando il caso non è risolto». Lo ha detto il procuratore di Napoli, Giovanni Colangelo, nel corso della conferenza stampa per l' arresto di Antonio Cesarano, il boss accusato di essere il mandante dell'omicidio di Nicola Nappo. Colangelo ha sottolineato le analogie tra l'uccisione di Nappo e quella di Pasquale Romano, il giovane recentemente assassinato per errore a Secondigliano. «Il nostro impegno per risolvere anche questo caso - ha detto ancora Colangelo - è fortissimo. Con l' operazione di oggi vogliamo dare un segnale di speranza ai familiari delle vittime innocenti». Il procuratore ha anche spiegato che spesso la collaborazione dei cittadini è scarsa o addirittura inesistente: «Ci sono casi in cui possiamo contare solo sulle nostre forze». Anche il comandante provinciale dei Carabinieri, colonnello Marco Minicucci, ha ribadito il massimo impegno per la soluzione dell'omicidio di Pasquale Romano e delle altre vittime innocenti di agguati di camorra.