sabato 12 ottobre 2013

GENNARO DE ANGELIS UCCISO 31 ANNI FA. A RICORDARLO DON LUIGI CIOTTI, SIRIGNANO E TANTI ALTRI


CESA - Simularono una rapina per ammazzarlo, ma il motivo vero della sua uccisione è da ricercare nel fatto che non si volle piegare al clan di Raffaele Cutolo. Gennaro De Angelis, agente di custodia nel carcere di Poggioreale, fu ucciso la sera del 15 ottobre del 1982. E’ stato ricordato stamani, in una cerimonia tenuta nella scuola media “Bagno” di Cesa, alla presenza di don Luigi Ciotti, il presidente di Libera,  dell’atleta Marco Maddaloni, del magistrato della DDA, Cesare Sirignano, familiari delle vittime di innocenti della camorra,  Valerio Taglione del Comitato don Diana, il Questore di Caserta Giuseppe Gualtieri e numerose altre autorità. Gennaro De Angelis era addetto alla spesa dei detenuti. Gli avevano chiesto di far passare armi e di chiudere un occhio durante i controlli. Disse di no. Il suo diniego lo condannò a morte. Quella sera di trentuno anni fa due giovani entrano armati e a volto coperto nel Circolo della Madonna dell’Arco nella piazza centrale di Cesa, a pochi passi da Aversa. Dentro ci sono una trentina di persone che giocano a carte a vari tavolini. “Fermi tutti, altrimenti vi ammazziamo”, gridano i due  a volto coperto. Tutti pensano ad una rapina. Invece i due giovani si dirigono decisi verso il tavolo dove sta giocando Gennaro De Angelis e gli sparano alla testa a bruciapelo. Alcuni colpi feriscono anche un’altra persona che era vicino alla vittima. Si tratta di Pasquale Marino, sessanta anni, pensionato. Morirà qualche giorno dopo in ospedale. Tutta la sparatoria dura meno di un paio di minuti. Fuori c’è l’auto ancora in moto guidata da un altro complice. I due escono in fretta dal circolo e salgono sulla vettura che li stava aspettando. Fuggono in direzione di Aversa. Sono le venti e quindici del 15 ottobre 1982.
 
“Quei colpi di pistola – ha detto don Luigi Ciotti  – non hanno ucciso solo Gennaro De Angelis e Pasquale Marino, ma hanno ucciso dentro anche la giovane moglie Adele, e i figli, Vincenzo, Marianna e Annamaria. Allora – ha proseguito -  quei colpi  o li sentiamo che hanno sparato anche a noi, se no, non ha senso nulla. Voi troverete tanta gente che si commuove e poi dimentica in fretta. Non basta commuoversi. Bisogna muoversi di più, tutti”. Sul palco sono  saliti testimoni importanti della lotta contro la criminalità, chiamati ad uno ad uno da Salvatore Cuoci, coordinatore della manifestazione. Davanti a centinaia di studenti, Marco Maddaloni, che insieme ai suoi parenti a Scampia sta provando da un po’ di tempo a recuperare ragazzi difficili, ha cercato di spiegare che il bullismo può essere l’anticamera  del camorrista. “Essere furbetti è una cosa, essere delinquenti è un’altra. Bisogna cominciare dalle scuole ad aiutare i bambini più deboli per farli diventare grandi, esattamente come noi”. Ha premiato poi le squadre che hanno partecipato ad un torneo di calcio in memoria di Gennaro De Angelis.
 
Per Valerio Taglione, del Comitato don Diana, ricordare Gennaro De Angelis significa anche ricordare anche tutte le vittime che in questi anni sono state ammazzate dalle mafie. “Proviamo a dire  ai familiari, noi stiamo con voi. Ce la possiamo fare a costruire un territorio completamente diverso. Ce la possiamo fare, ce la dobbiamo fare”. Per il magistrato della DDA, Cesare Sirignano bisogna aiutare quelli che hanno più difficoltà. “Ho visto troppi giovani nella aule di tribunale ricevere condanne molto serie e tanti di quei giovani sono di queste terre. Non è bello che persone dell’età dei miei figli debbano essere  condannati a pene così dure. E’ una sensazione molto brutta per un magistrato. Però  - ha aggiunto - è importante diffondere messaggi di speranza. Non bisogna cedere alle facile ricchezze. Non bisogna seguire messaggi di prepotenza, ma bisogna aiutare le persone che hanno bisogno di più. Altrimenti solo con le parole non riusciamo a cambiare molto”. Alla fine della manifestazione, per tutti una grande torta,  preparata dai ragazzi dell’alberghiero di Cesa. Sopra c’era l’immagine di Gennaro de Angelis e i nomi di tutte le vittime della camorra della provincia di Caserta.

La manifestazione in ricordo di Gennaro De Angelis è stata promossa da Libera, "Comitato don Peppe Diana", coop. "Carla Laudante", la Pro Loco di Cesa, e le associazioni "Vinci", "Cesarinasce", Labor Mentis", "Attiviamocinsieme", Coordinamento Campano familiari vittime innocenti e Fondazione Polis 

 

 

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